Rilevazione forense della prova informatica

I documenti di carta e i telefax non esistono più

Oggi usiamo molto più le email delle lettere, scambiamo più messaggi tramite WhatsApp e Skype che tramite SMS, scriviamo documenti con Word o Google Docs. I documenti digitali possono essere manipolati facilmente senza lasciare tracce e questo li rende estremamente labili e difficilmente accettabili come prova informatica o come indizio.

Già da tempo esistono documenti digitali immodificabili e certi, ad esempio i PDF firmati digitalmente e le comunicazioni via PEC, che garantiscono elementi fondamentali come la data di creazione, la data di firma, la non modifica e l’esistenza in vita. Queste caratteristiche aggiungono valore legale a un oggetto che, altrimenti, non potrebbe in alcun modo essere riconosciuto come prova informatica.

Come si ottiene una prova informatica certa e riconosciuta?

Esistono metodi, riconosciuti da tutti i Paesi firmatari della convenzione di Budapest del 2001, per certificare lo stato di un normale documento informatico, attribuendogli così il valore di indizio o prova informatica.

L’applicazione di queste tecniche permette a un perito informatico di presentare documenti digitali dotati di valore probatorio “adottando misure tecniche dirette ad assicurare la conservazione dei dati originali e ad impedirne l’alterazione” (art. 244, comma 2, secondo periodo, del codice di procedura penale). Questo tipo di approccio rende i documenti difficilmente attaccabili anche in campo civilistico.